Lode a te Renato Curi: Quella maledetta domenica di 43 anni fa | Artiglio del Grifo
- Andrea Bucefari
- 30 ott 2020
- Tempo di lettura: 3 min

30 Ottobre 1977. Domenica mattina. Era una giornata di sole, stupenda. Marino si sveglia, guarda dalla finestra e pensa che sarà la giornata ideale per andare allo stadio a vedere la partita. E che partita! Perugia-Juventus ossia 1ª contro 1ª. La formazione tipo del Grifo di quell'anno recitava così: Grassi, Nappi, Ceccarini, Frosio, Zecchini, Amenta, Bagni, Curi, Novellino, Vannini, Speggiorin. L'allenatore è Ilario Castagner già prolifico attaccante del Perugia nel decennio precedente. Quella mattina mister Ilario ha un problema. All'epoca i giocatori in panchina erano solo 2 più il portiere di riserva. C'era solo una sostituzione. Il problema era che Antonio Ceccarini e Renato Curi non erano al meglio nessuno dei due. Ilario deve per forza far giocare o Antonio o Renato e poi la riserva Dall'Oro, per forza. Li fa allenare. Antonio proprio non ce la fa, Renato vuole essere della partita. È un giovane ragazzo di 24 anni, velocissimo, ampia visione di gioco e piedi buoni con una moglie coetanea di nome Clelia e Sabrina, una bimba di 3 anni. Clelia ancora non sa di essere nuovamente incinta. Intanto Marino passa la mattinata a leggere i giornali e poi al pranzo della domenica con la famiglia al completo. Finalmente poi parte in direzione Pian di Massiano, felice di potersi gustare una bella partita sotto il sole gradevole di Ottobre ma ancora triste perché vorrebbe portare Andrea, il figlio, che invece, a 4 anni, non ne vuol sapere. Quando c'è la Juventus è sempre una partita particolare. Nella tarda primavera del 1976 proprio un gol del piccolo Renato detto "Gerd" per la sua somiglianza con Gerd Muller, fa perdere lo scudetto alla Juventus a vantaggio del Torino. Marino prende il suo posto da abbonato in tribuna coperta. Mimmi Mazzetti inizia la sua telecronaca diretta per tele A.I.A sottolineando l'importanza della partita che rimarrà, testuali parole, "un ricordo indelebile del calcio perugino". Il buon Mimmi ancora non sa che, inconsapevolmente, sarà cattivo profeta. La partita inizia, è molto equilibrata e non si schioda dallo 0-0. Forse si divertono di più quelli che sono andati ai baracconi poco distanti dallo stadio. Verso la fine del primo tempo succede qualcosa di strano. Velocemente si addensano nuvole nerissime sopra Perugia. Tutto diventa buio poi si scatena un violentissimo nubifragio. Marino è fortunato perché in tribuna è riparato ma al 7' della ripresa vede benissimo Renato Curi cadere sotto i suoi occhi, vede i giocatori della Juventus e del Perugia sbracciarsi per chiamare i medici delle due squadre, c'è chi fa il gesto di portare la barella. Anche Castagner entra in campo, Renato viene portato via di corsa all'ospedale di Monteluce ma il suo cuore smette di battere proprio nell'ora in cui l'arbitro Menegali sancisce lo 0-0 di una assurda partita giocata col pallone che si fermava nelle pozzanghere. Marino esce dallo stadio e, come tutti i 35.000 spettatori, pensa che qualcosa di brutto è successo e si trova in mezzo a due realtà opposte: da una parte la felicità di chi usciva dal luna park, dall'altra l'angoscia di chi sapeva di essere stato partecipe di un dramma umano. "Scusa Ameri sono Ciotti da Perugia", "Si Sandro, ho capito tutto, ti passo la linea". Ciotti disse "il centrocampista del Perugia Renato Curi è morto". Marino stava tornando ad Assisi in macchina e sentì queste parole all'altezza delle gallerie. Probabilmente piangeva, probabilmente non avrà avuto voglia di far vedere ad Andrea la partita. Sicuramente non poteva sapere che di lì a pochi anni Andrea si sarebbe visceralmente appassionato a quella squadra biancorossa e che tutta questa storia sarebbe entrata nel suo cuore.
LODE A TE RENATO CURI!!
Il Coccone, l'articolista de l'Artiglio del Grifo
Se avete 6 minuti, guardate questo video: è il nostro tributo all’eterno numero #8 in occasione del 43^ anniversario della morte di Renato Curi. DA BRIVIDI!!
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