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La storia di Rina Gatti, simbolo dell'appartenenza autoctona

Stamattina si è svolto un incontro davvero interessante che ha coinvolto le classi dell'Istituto superiore Leonardi.

È stato proiettato il filmato dedicato alla scrittrice Rina Gatti ( di Torgiano) e alla sua opera letteraria iniziata all'età di 65 anni. All'incontro era presente la regista e l' autrice del filmato, Professoressa Paola Ducato, conosciuta anche come la "Prof Zoomer" che ha spiegato agli studenti dell’Istituto Leonardi la storia di una donna che si è spesa molto per favorire un dialogo tra le generazioni, un impegno che ha caratterizzato la sua vita e che le ha permesso di frequentare le scuole umbre di ogni ordine e grado negli anni che precedono la sua scomparsa, rendendola un simbolo dell’importanza della Memoria e dell’impegno sociale.


Stiamo parlando di Rina Gatti che, nata a Torgiano 100 anni fa, ha vissuto una vita semplice e dura, segnata dal lavoro nei campi e dalla cura della famiglia. Nonostante le difficoltà, Rina non ha mai rinunciato alla sua passione per la scrittura.  Dopo una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, Rina ha assecondato le sue passioni diventando una scrittrice e raccontando il tempo e la società dell’Umbria contadina.Tra le sue opere, ricordiamo il diario “Il calendario di casa nostra”, in cui racconta la vita quotidiana della sua famiglia contadina, e il romanzo “La sarpa, un affresco epico che narra la storia di una donna coraggiosa e determinata.

Perché ci interessa tanto la storia di Rina Gatti? La sua figura, profondamente legata al territorio in cui è nata e di cui ha descritto i riti agricoli lungo le stagioni, è l'emblema dell'appartenenza verso il nostro habitat e verso una peruginità genuina.


Il cortometraggio racconta tre generazioni di donne (un’adolescente, sua madre e la nonna) attraversano una crisi legata alla propria stagione di vita. L’adolescente, distratta dai deviceelettronici, vive in maniera spasmodica le proprie relazioni esclusivamente online. La mamma è delusa dalla vita sia coniugale che professionale. La nonna, stanca e senza più volontà di vivere, ha la percezione dell’inutilità della propria esistenza “sprecata”. Un giorno nella vecchia abitazione degli zii di Torgiano accade qualcosa. La casa si trova poco distante dalla vecchia casa colonica in cui abitava Rina Gatti. Alle tre donne accadono strani fenomeni: Rina “aleggia” in quei luoghi, e rinascono le sue parole, tratte dai romanzi in cui ha descritto i luoghi e la campagna in cui era immersa la vita della sua famiglia mezzadrile.


Questa iniziativa si inserisce in un percorso di recupero della memoria sulla cultura della civiltà contadina e dell'idenità autoctona da parte degli studenti del Leonardi. È un esempio della sua tenacia e a non arrenderci mai di fronte alle sfide della vita.


Federico

in arte l'Artiglio del Grifo


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